domenica 31 dicembre 2006

Infanzie rovinate dallo xilitolo


Sono venuta a conoscenza di un prodotto davvero sacrilego: la BigBabol allo Xilitolo...

Nooooo
Nooooooo
Nooooooooo

La BigBabol, per definizione, dovrebbe essere un blocco di tufo rosa a base di zucchero e non un confettino micragnoso in vari colori.

"E' più grande il suo pallone e fra i denti è un morbidone!"

sabato 30 dicembre 2006

Rotture varie


Mentre scrivevo il mio ultimo post, è entrata mia madre in camera mia dicendo


"Hai per caso un po' di colla? mi si sono rotte le pallette..."

Ovviamente poi ha specificato che si trattava di un paio di orecchini di bigiotteria con le perle...

La quarta dimensione del frollino


Casa Almost, come casa Vianello?
Che barba, che noia?
No.
A casa mia mai.
Sto privilegio non lo abbiamo mai avuto.
Anche se ora per il cenone di Natale siamo 4 gatti.
Ricordo, anni fa, quello che ora è il ragazzo di una  carissima amica... Come cambiò il significato delle nostre insulse vite..
Eravamo in giardino da lei, faceva abbastanza caldo e avevamo bevuto un po tutti.
Lui più di tutti noi messi insieme.
Era allegramente 'mbriaco e la mia amica lo guardava con aria estatica nonostante lui sparasse cazzate aggratise.
Ad un certo punto con aria seria, come se stesse per enunciare a tutti i presenti un grande teoria al pari di quella della relatività, ci informò della seguente scoperta scientifica:

mercoledì 27 dicembre 2006

Natale in casa Almost


Quest'anno però me la sono cavata con poco.
Essendo partito mio padre per altri lidi, mi sono risparmiata un'abbondante fetta di visite familiari.

Da quando i miei hanno divorziato (io ero già vecchia all'epoca) solo due cose mi hanno fatto sentire davvero il peso della separazione dei miei:

1- Accompagnare mia madre all'Ikea (altrimenti ce l'avrebbe portata papà)
2- Partire alle 00.30 del 24 dicembre per un pellegrinaggio a tappe papà-Zio-Ziapaterni residenti tutti rigorosamente a 50 km minimo da dove in genere mi trovavo per il cenone.

Non sono cinica, intendiamoci. Ma ad un certo punto scatta la sopravvivenza.

Il menù era, come sempre, impressionante (nè più e nè meno di quello di milioni di famiglie italiane):
Broccoli in pastella, carciofi fritti, spaghetti con le vongole, sauté di cozze e vongole (mamma di' la verità: t'erano avanzate dagli spaghetti!), pasta al forno, pesce al forno, patate, assaggino di carne arrosto (tanto per gradire, non si sa mai ti rimanesse qualche spazio vuoto), un intero orto di sottoli e sottaceti, panettoni e torroni a sfascio.

A mezzanotte per ottemprerare alla tradizione abbiamo sintonizzato la tele (più tradizione popolare della televisione che volete che ci sia?) sul MESSONE del Vaticano.

Vacanze di Natale


Stavolta trattasi di mistero soluto e mai prima sospettato...

Oggi abbasserò tremendamente il livello culturale del mio blog (mi sovviene or ora il dubbio che questo blog non abbia assolutamente mai avuto alcun livello culturale...)

Ieri, mentre ero in un locale per l'aperitivo post fuga parentale, guardavo il film proiettato e sottotitolato sul muro...
"Vacanze di Natale" il primo e l'unico che abbia mai visto.

Non era "ZarDolin, la mutanda"
Era: "ZarTolin, la mutanda..."
...scoperta da sottotitoli...

Interessante, no?

Per proseguire con le citazioni colte, provenienti dalla medesima pellicola:
"E pure questo Natale se lo semo levato dalle palle!"
Ambasciator...

(contessa, le è caduta la corona....)

giovedì 21 dicembre 2006

Il mio regalo di Natale


I miei non mi hanno fatto mai credere all’esistenza di Babbo Natale.
A mia madre Babbo Natale non piaceva.
Sosteneva che fosse una figura anti-democratica ed diseducativa: perché il bambino ricco e stronzo avrebbe senza dubbio ricevuto un regalo più bello di quello povero ed obbediente… E allora come sarebbe stato possibile spiegare questa discrepanza al piccolo deluso proletario?

E dire che mia madre non può essere certamente definita comunista. Anzi. Si è sempre dichiarata “anarchica di base”.
Ossia:
“Di base” sarebbe stata anarchica, ma siccome la maggior parte della gente, secondo lei, è egoista e prevaricatrice, oltre che cattiva – da che si evince che mia madre stima l’umanità intera -  ritiene che l’unico modo davvero funzionale per regolare una società sia un governo di tipo autoritario, anzi, dittatoriale.
Insomma Stalin e Pinochet le fanno un baffo.

Comunque, nonostante io non credessi né a Babbo Natale, né alla Befana, tutti gli anni in casa nostra si consumava il seguente rito:

Sono come suono


Quando arrivo, io, si sente.
Non è carisma.
Non è fascino.
Non è bellezza o qualcosa di speciale che si diffonde nell-aria al mio passaggio.
Sono tacchi.
Non ne sono certa, perchè si sono estinti, ma credo che un mammut avrebbe fatto senz'altro meno casino camminando.
La mattina andando a lavoro, i miei colleghi avvertono la mia presenza fin dal piano terra. Annuiscono fra di loro come a confermare "E' lei, è lei..."
Il massimo della femminilità.

Cloppete cloppete cloppete...

lunedì 18 dicembre 2006

Caro Babbo Natale


Caro Babbo Natale,
quest'anno sono stata una brava bambina.

Sono andata sempre a lavorare almeno 8 ore al giorno (ma in media molte di più) anche se sono a partita iva e non mi spetterebbe quindi di fare orario da impiegata.
Non ho maledetto nessuno anche se non so, nonostante lavori da 9 anni, che cosa siano 13esima e contributi.
E nonostante ciò comprerò un regalo a tutti senza riciclarne nessuno.
Ho evitato di mandare a cagare gente molto poco simpatica nei miei confronti.

Sono salita sugli autobus, che sono sempre in ritardo, senza protestare troppo e non ho riempito di parolacce chi mi tagliava la strada.
Ho limitato il mio rodimento nel pensare che questo sarebbe stato il primo anno in cui avrei preparato IO il cenone di natale, sotto uno splendido albero addobbato con cura, amore e dedizione... e invece mi ritrovo di nuovo a casa di mia madre con lei e mio fratello che se vedono una statuina del presepe vomitano a spruzzo come la protagonista de "L'Esorcista".

Insomma credo proprio di meritare il regalo che sto per chiederti...

Puoi spedire nella quarta dimensione i pubblicitari che hanno realizzato la nuova campagna pubblicitaria del "Parmigiano Reggiano"?
Pa-pa-pa-pa-parmigiano re re-re-re-re-re-regggggiano Pa...
Ho un collega che gira per i corridoi cantando così a scadenza fissa ogni 47 minuti netti.

Io ho intanto iniziato un boicottaggio a base di percorino romano.

Grazie

giovedì 14 dicembre 2006

I segni della vecchiaia incombente - Part 3


I NONNI

Parlo per esperienza personale.
Quando in una famiglia italiana, fino agli anni '70 almeno, nasceva una femminuccia si cominciava a sentire un rumore caratteristico, lieve, ritmico, ipnotico… Tic, tic… Tic, tic... Era la nonna che sferruzzava per realizzare lo splendido corredo fatto a mano che un giorno la sua nipotina, così come era stato per lei, avrebbe portato con sé nel suo nido d’amore, nel suo letto di sposa illibata.
I nonni ti insegnano le preghiere ed il rispetto per la fede.
I nonni ti insegnano a mangiare sano e a cucinare.
I nonni ti parlano dell’amore come di una cosa sacra.

Ma soprattutto la nonna, passati i tuoi 22-23 anni (quando è ormai troppo tardi quindi), ostentando una modernità che proprio non le si addice, si preoccupa di darti dei rudimenti di educazione sessuale: “Ma certo, io capisco le effusioni, le tenerezze. Eh, eh! Sono stata giovane anche io, ci mancherebbe! Però c’è bacio e bacio! Se agli uomini gli dai tutto, che resta? Eh, non ti si sposano più. E poi che schifo!” – qui la modernità decade pericolosamente – “E comunque non ci andare con gli uomini che c’è l’aiddese (trad: aids)!”

mercoledì 13 dicembre 2006

I segni della vecchiaia incombente - part 2


I segni dell’imminente catastrofe non emergono (ahimè) soltanto nel confronto col “gruppo dei pari”.
Vi sono altri pericolosissimi ambiti in cui le differenze tra il “prima” e il “dopo” (la cura) vengono a galla e rapiscono i vostri sensi con la stessa delicatezza di una pedata nel deretano…

Uno di questi è proprio quello che dovrebbe essere un rifugio, una culla, il luogo sicuro a cui far ritorno, il posto dove cercare conforto, il focolare…
…o come amiamo definirlo la famiglia, da secoli fonte di innumerevoli disgrazie quali i cenoni di natale, i fratelli minori, le nonne rompiballe e i genitori apprensivi.

Partendo da quelli che la scrittrice Amelie Nothombe ama definire “gli autori dei miei giorni” passando per tutta una serie di zie, nonni, cugini, tutti, ma proprio tutti, cominceranno a cambiare atteggiamento nei vostri confronti.

Ne so qualcosa io che, avendo un padre del sud, mi ritrovo con una numerosa e sconosciuta scia di parenti. Ogni volta che “scendo” mi ritrovo qualche zio/a in più (mai visto prima, peraltro) che esordisce commosso nel vedermi con la solita esclamazione: “Miiiii, a figghia di Ciccio sei”.
E aggiungo un posto a tavola, che c’è un parente in più.

Ma andiamo con ordine.

LA MAMMA...

E' sempre la mamma? E' tutto da dimostrare...

lunedì 11 dicembre 2006

Soprammobili


Si dice in giro che ci siano più scrittori che lettori.
Non fatico a crederlo dopo aver saggiato la mole di carta esposta alla fiera della piccola e media editoria tenutasi a Roma durante questo fine settimana.

Non so però, se questo sia un valido motivo per truffare il prossimo.
Anche se quando i proventi della truffa vanno alla cultura, be'... io ci vado in brodo di giuggiole.

La truffa alla quale mi riferisco, se di truffa si può parlare (si fa per ridere eh? si scherza!), è quella perpetrata ai danni dei lettori occasionali dei quotidiani. Ossia, quelli che comprano il giornale attirati dal "volume" in regalo. Prestigioso volume che, pensate un po'...? E' destinato ad essere abbinato ad altri 247 successivi... e, stupite gente, tutti in tinta!
Pensate che figurone che farà sui ripiani della vostra costosa libreria Luigi XX...
No aspetta a XX non c'è arrivato... Era XVII?
Vabbe' comunque tranquilli, il venditore vi ha assicurato che vale una fortuna prima di fuggire alle Bahamas con i vostri soldi...

I numeri uno di questi libri vanno a ruba.
Dei successivi, invece, non se ne sa nulla.

C'è poi una nuova mania ossessivo compulsiva, non ancora classificata dagli psichiatri, associata a questi nuovi oggetti di culto: la nevrosi da PRIMO NUMERO!

lunedì 4 dicembre 2006

I segni della vecchiaia incombente - part 1


Galleggiando attorno alla boa dei trenta ti accorgi di stare invecchiando da vari piccoli segni. Sono piccoli segni, ripeto, non è che il sole si faccia nero o arrivino i cavalieri dell'apocalisse accompagnati da squilli di trombe... Quindi tu puoi pure fare la gnorri e continuare la tua vita come niente fosse.
Puoi ignorare i segni che ti vengono inviati e far finta che non stia succedendo niente.
A tuo rischio e pericolo, perchè tanto i segni ci sono e sono pure belli chiari.

La pratica dell'acchiappo è una di quelle in cui si palesano i primi sintomi dell'invecchiamento.

Rivelazione nr1
Il soggetto appena conosciuto sembra carino e simpatico.
Di certo non è un membro dell'Accademia della Crusca, ma voi siete comunque interessate a portare avanti una pseudo-conversazione in un locale dove la musica non permette frasi di più di 6 parole. Il che vi lascerà col dubbio e la speranza che il soggetto puntato possa essere capace di parlare, almeno, in italiano.
Ma arriva il momento fatidico.

lunedì 27 novembre 2006

Guida di sopravvivenza per trentenni - Cap IV


Or dunque…
Passando in rassegna le varie età che pongono, indiscutibilmente, le basi (minate) per i tuoi splendidi, ambigui, strazianti, noiosi, allegri e confusi trent’anni approdiamo sulla riva…

I 2X… venti ”ics”.
Già, perché dai 26 in poi non ha grande importanza dove tu sia posizionato esattamente.
Sei comunque un almost.
In fin dei conti non te lo ricordi esattamente neanche tu…
Dì la verità: quando ti chiedono quanti anni hai ci devi riflettere un attimo. E, trovato il numero giusto, ti chiedi “26, 27, 28… ma in fondo che differenza fa?”.

Incognite


Qualcuno di voi,
su questo pianeta o su un altro,
ha mai avuto notizia di
un professore di matematica che pronunciasse correttamente le lettere

"X" e "Y"???

Le varianti vanno da "Icchese" e "Ippisilon" passando per "Icchisi" e "Ibbisilon" nei casi più disperati. Confido di trovare l'unica eccezione tra qualcuno che voi conoscete...

giovedì 23 novembre 2006

Save the best for last


Perché quando finalmente decidiamo che quel pezzo di torrone, proprio QUEL pezzo di torrone è l'ultimo... quel pezzo di torrone, proprio QUEL pezzo di torrone continene una nocciola avariata?

Questo sì che è spirito natalizio...

Che mondo sarebbe senza mia mamma!



Ieri sera guardavo la tv, per la prima volta dopo circa un mese, e mentre zappavo la pubblicità di Dottor House (una delle poche cose ancora tollerabili della tv generalista) ho beccato la pubblicità su un altro canale...

Una pubblicità morbida, cremosa, calda, dolce, spalmabile... ma sì, NUTELLA!
Lo spot inneggia a bambini super energici, super intelligenti, predisposti all'apprandimento e alla scoperta meglio di chiunque altro, perchè, loro, mangiano nutella.

Ho guardato la mi' mamma: "Mo je faccio er cucchiaio" per lei non è un'abile mossa d'attacco di Totti...
Per lei è "Mo me faccio er cucchiaio" un rito serale a base di cucchiaione da minestra e crema nocciolata. Il pane? Un optional.

L'ho guardata è ho asserito con la mia proverbiale sensibilità e delicatezza: "Mamma, stando a questa pubblicità dovresti essere diventata premio nobel per la fisica..."

E mamma: "Infatti, perchè non ci mettono i loro veri consumatori nelle pubblicità? Potrebbero far fare a me da testimonial! Vedi poi come si ammazzano tutti di pane e marmellata...."
Ha capito che per 20 kg in più non basta la menopausa da sola...
Col suo tipico humor nero.. anzi marrone-nocciola....

Che mondo sarebbe senza... mia mamma!

lunedì 20 novembre 2006

Surrogati


Ieri sera un mio amico, per tutta risposta ad un mio racconto, ha esclamato, per manifestarmi solidarietà:
"Santa Polenta"

Uh... Santa Polenta... quanti bei ricordi!
I surrogati di parolacce ed imprecazioni varie.
Impareggiabile esercizio di fantasia.

Da vaffancina a porca paletta.
Da perdindirindina a mannaggia li pescetti....
Per poi passare per i più utilizzati mannaggia alla miseria (o miseria ladra) e porca vacca.
E che dire di mannaggia la zozza?
E il più recente porca putrella?

Certo è però che il mio repertorio si arresta qua.
Non ho mai amato molto gli eufemismi....

Direttamente dai miei neuroni


...ta dà! Una nuova categoria: "idee bislacche"!.

Mi sembrava che tutte queste categorie a base di "disastri" potessero a lungo andare indurre alla depressione. Ho deciso quindi di aprire una nuova categoria che contenesse la parola più prolifica e propositiva che io conosca: "IDEA", decisamente uno dei miei vocaboli preferiti...
Ma andiamo a cominciare...

IDEA BISLACCA NR°1

Da giorni, viaggiando in autobus, sto macinando libri su libri come non mi succedeva da tempo.
Suggerirei alle amministrazioni comuncali una campagna congiunta eco-culturale. Ossia:
"Vai con l'autobus: ti fai una cultura e non inquini!"
Con il biglietto e la tessera dell'autobus sconti in libreria e altre succose facilitazioni.
Il tutto supportato da una bella campagna con i NUMERI sul traffico (vogliamo i numeri!)

Capisco che per invogliare la gente ad utilizzare i mezzi pubblici sarebbe già abbastanza farli funzionare. Ma non pretendo tanto.................

E poi io l'avevo detto: queste sono idee bislacche, mica roba normale!

giovedì 16 novembre 2006

Fregatura d'amore


"Nulla rovina un'avventura romantica quanto il senso dell'umorismo nella donna"
Oscar Wilde

Sono fottuta!

lunedì 13 novembre 2006

Guida di sopravvivenza per trentenni - Cap III


Ecco...
Ci siamo...

Più o meno hai finito l'università, la stai finendo, hai deciso che la finirai (lo pigliamo sto pezzo di carta sì o no?)
Più o meno hai una relazione stabile, l'hai avuta, la stai costruendo (la vogliamo mettere questa testa a posto?)
Più o meno hai una tua autonomia, sopratutto dal punto di vista economico (ancora con la paghetta settimanale?!).

Hai 25 anni.
Ora sì che sei adulto.
Ora cominci a disegnare il tuo posto nel mondo.
E mentre sei lì, prossimo al tuo 25esimo compleanno, con la matita in mano a tracciare il ritratto ormai quasi nitido della tua personalità faticosamente costruita, ti folgora la prima verità, la prima grande certezza della tua vita di adulto.

E cioè che fino a quel momento, fino ai 25 anni, non avevi capito un cacchio della vita!

mercoledì 8 novembre 2006

Infanzia olfattiva


A pranzo con i colleghi (trattasi, quindi, di pericolosi effetti collaterali dell'infida mensa) è venuto fuori un discorso strano, o quantomeno insolito...

Non so come ci siamo ritrovati tra gli effluvi della nostra infanzia.
Una memoria tattile olfattiva, ci ha riportato alla mente particolari che, all'epoca, erano per noi parti fondamentali, divertenti e rassicuranti delle nostre giornate di pargoli degli anni '80.

Galeotto fu il Didò.
Non ho capito bene chi lo abbia nominato per primo, ma da li è partita la rievocazione storica...

Il didò profumava di mela verde (secondo gli altri per me puzzava di mela marcia e basta).
E passavamo le ore ad impastarlo: peccato che, lasciato per poco all'aria, assumeva una consistenza secca e granulosa ed era, a quel punto, da buttare via.

Si passava allora al Pongo. Bello il Pongo. Io lo amavo. Morbidoso, si surriscaldava. E più lo impastavi, più si surriscaldava, più si surriscaldava più diventava morbido. Un circolo vizioso. E aveva quell'odore inconfondibile... di Pongo.
Avevo sempre l'accortezza di lasciarne un pezzettino nella tasca del grembiule.
Mia madre puntualmente non se ne accorgeva e ci passava sopra il ferro da stiro... Una bella strisciata gommosa in tecnicolor!
Tra l'altro tra le mie perversioni infantili c'era quella di fare un bastoncino di Pongo e di passarlo poi sul termosifone che lo scioglieva in una melma plastica e colorata...

C'era poi il Das per i veri artisti: con quell'odore vagamente tossico, il das ha incrostato le mani di generazioni di bambini e infestato le case con orribili e crepati manufatti.
C'era il Das, il Das bianco, il Das terracotta...
E, libidine delle libidini, c'era il Vernidas, l'apoteosi della vernicetta tossica.

Trasporto cavalli - La cultura del paradosso


Qualche giorno fa, girando per la città, ho visto una scritta che mi ha fatto riflettere.
Su una grossa camionetta blu troneggiavano le parole “Trasporto cavalli”.
L’avrò già vista altre decine di volte, però, prima, non ci avevo mai riflettuto...
Ho pensato: “Se usassi la macchina del tempo e portassi qui una persona nata 300 anni fa cosa penserebbe? Cosa penserebbe un uomo nato nel ‘700, che sul cavallo aveva costruito interamente il suo sistema di trasporto via terra, vedendo la scritta: “Trasporto cavalli”?”
Erano i cavalli a trasportarci, e ora noi, avendoli superati in velocità, li trasportiamo per diletto, per affetto, per sport.

Da 300 anni ad oggi il paradosso è andato dilagando.
Si faceva fatica, lavoro fisico, lavorando nei campi pere mangiare un tozzo di pane, ora si fa fatica fisica per diletto e per smaltire i numerosi tozzi di saporitissimo pane che possiamo permetterci.
I vestiti erano strappati per logorio, per povertà, oggi ci sono strappi modaioli, indispensabili ai seguaci delle nuove tendenze.
Le bucce di patate erano il cibo della disperazione, lo spauracchio della fame, oggi si servono fritte ed accompagnate da salse in “localini” trendy.

E la ciliegina sulla torta del paradosso qual è? Ma certo, il Reality Show. (leggi Reality Sciò)
In questi anni ne abbiamo visti di tutti i colori: tuguri, fattorie, ranch, isole deserte…

E’ la cultura di oggi, la cultura del paradosso, che porta nelle case una falso vero, un reale artefatto, situazioni costruite in cui si evolvono vicende pseudo-vere: vogliamo raccontarci una storia, e la vogliamo fortissimamente vera.
Le favole non ci bastano più.
Ci hanno nutrito a pane e avventura, la vita normale ci sembra troppo piatta per essere vera: ecco là che, per paradosso, diventa più credibile il falso.

Non è un bene, non è un male, è la volontà popolare, la mitizzazione dell’uomo qualunque, i momenti di gloria dei “ragazzi della porta accanto”.
E’ la favola del “It may happens to you”.
Persone qualunque come i vincitori delle varie edizioni del grande fratello.
Come Cristina, come Serena.
Che, sempre nel mood della favola vera, sognavano il principe azzurro.
Serena ripeteva spesso alle telecamere “Dov’è il mio principe azzurro? Come finisce la favola?”.
Un giovedì sera di qualche anno fa la neo-principessa, con strascico di tulle, è uscita dalla casa, ha baciato il rospo che si è trasformato in principe e ha raggiunto il castello-studio televisivo, dove la telecamera l’ha incoronata. Lacrime di commozione di una semplice ragazza che, toccata da una nuova bacchetta magica, l’antenna televisiva, si è trasformata in una principessa mediale.

martedì 7 novembre 2006

Est, est, est!


L'altro giorno si discorreva a pranzo nella nuova casa.
A tavola con noi c'era un ragazzo ungherese, impiegato come operaio nella ditta di ristrutturazione edile che ci ha fatto i lavori.

Parlando della difficile situazione dell'Europa dell'est diceva: "In Romania è come in Italia 60 anni fa. Da noi in Ungheria è come da voi 20 anni fa".

Mi viene un dubbio: da noi vent'anni fa si stava più che bene.
Erano gli anni '80, un'era di opulenza, di yuppies, di Via Montenapoleone infilata in tutti i film italiani ridanciani.
Non è che si è sbagliato per via della lingua e in realtà voleva dire "Da noi in Ungheria è come sarà da voi in Italia fra 20 anni" ?

venerdì 3 novembre 2006

Scoperte da trasloco


Ci sono cose che, seppur piccole e a volte dimenticate, ci accompagnano quotidianamente in silenzio.
Indispensabili eppure invisibili... Ci rendiamo conto del loro enorme valore soltanto quando esse ci vengono a mancare.

Del resto la vita e' costellata di dettagli.
Impalpabili minuzie che allietano e danno senso.
Piccole cose che sostengono pezzi della nostra vita, senza ricevere riconoscenza ne' uno sguardo.

Quando queste cose non sono con noi ecco li' che ci mancano immensamente.

La tavoletta del cesso, ad esempio, una grande, troppo spesso dimenticata, invenzione.

giovedì 2 novembre 2006

Nuntio vobis...


A proposito. Per coloro che hanno seguito le puntate precedenti.

Oggi faccio mezza giornata in ufficio. E come sprecherò l'altra metà?
Bravi, avete indovinato!
All'Ikea con mamma.
Altra pera di coppiette felici e ammobiliate.

La cosa fichissima è che, dopo un giro di tre ore, 12 polpettine di maiale obeso e panna, una sigaretta nel gabbiotto apposito e consultazioni varie con gli omini in giallo, acquisteremo solo un mobile dei 15 che ci servono.

Eh, sennò come fai ad andare all'Ikea almeno tre volte a settimana?
Mia madre è un tipo metodico. Le piace scegliere con calma.
Secondo me dovrebbero aggiungere ai crimini contro l'umanità "Portare una trentenne single, reduce da una convivenza, all'Ikea"

Verso Pasqua, quindi, finalmente saremo in dirittura d'arrivo.
E a primavera il signor Ikea ci tirerà appresso l'ultimo mobile mancante per non vederci più girare fra i suoi mobili...
Spero che l'ultimo sia un comodino e non un armadio.

Uelcome!


Benvenuti nella mia nuova casa!
Dove per ora,
non c'è gas,
non ci sono le porte,
non c'è il telefono,
non c'è il riscaldamento,
non c'è acqua calda.

Benvenuti nel 1896.
Ho inventato la macchina del tempo.

Ma io che guardo sempre il lato positivo delle cose so che continuando a lavarmi con l'acqua fredda mi tonificherò e rassoderò a dovere.
Quando arriverà l'acqua calda sarò così soda che dovrò assicurarmi le natiche come Jennifer Lopez.

Non c'è neanche internet ovviamente.
Da ciò si deduce che sono a lavoro.
Elementare Watson.

martedì 31 ottobre 2006

Tutti in fila alla festa


Ah, buon Halloween.

A voi: a me personalmente non piace.
Vivendo in una grande città, non amo particolarmente tutte quelle feste che ti obbligano ad uscire e a fare ore di fila per comprare qualcosa,
ore di fila per raggiungere un locale,
ore di fila per cercare parcheggio,
ore di fila per entrare in un locale,
ore di file per bere qualcosa
e ore di fila per evaquare il qualcosa appena faticosamente ingurgitato.

Per cui detesto anche Pasquetta, Lottodicembre, Primomaggio e varie...

Ora mi converto, emigro e mi trovo altre feste da cominciare a snobbare tra altri tre anni.

Tanto poi alla fine, già lo so, mi farò trascinare in giro...

Trasloco


ognuno sta solo
a far lo scatolone (...)
ed è subito casa

Ah ah ah

davvero divertente

lunedì 30 ottobre 2006

Candide pareti nuove


Stamattina abbiamo quasi finito il trasloco.
Non ho fatto altro che trascinare valige, sacchi e buste per tutta casa cercando di non toccare mai le immacolate pareti nuove di zecca.
Ho paura che se struscio inavvertitamente il muro scetterà un fragoroso e assordante allarme con tanto di luce rossa lampeggiante...

Praticamente è come giocare all' "Allegro chirugo" con le chiappe...

domenica 29 ottobre 2006

Il corredo


Un trasloco non è mai cosa facile. Stiamo lasciando la casa dove, bene o male, abbiamo passato gli ultimi 21 anni. Un pezzo di storia.

Mia madre, in cima alla scala, era intenta a passarmi tonnellate di biancheria.
Anche antica, del 1800. Nella mia famiglia le madri ricamavano e facevano coperte all'uncinetto: le regalavano poi alle figlie. Così queste lenzuola si sono fatte un viaggetto di quasi due secoli.
Io no. Io non so neanche fare una sciarpa. L'unica volta che c'ho provato è venuto fuori un groviera.

Dall'alto della scala mia madre rifletteva "Be' certo tutte queste lenzuola matrimoniali... Ora che abbiamo tutti il letto ad una piazza e mezza che ci faremo?" pausa "Vabbè... vorrà dire che le conserveremo per quando ti sposerai".
Passava per caso mio fratello. Ci siamo guardati e... abbiamo capito.
Mamma sta invecchiando.
Il matrimonio per lei non era fra le opzioni contemplate. Non fino ad oggi pomeriggio.

Cioccolato e terapia di coppia


Non sempre i Baci Perugina sono latori di frasi idiote...
Finalmente si sono adeguati anche loro al cambiamento dei costumo.

Sentite questa che ha trovato una mia amica nel suo Bacio:

Lei: "Tu non mi capisci...!"
Lui: "Cosa intendi dire...?"

Dio esiste? Da dove veniamo? C'è vita nell'universo?


Ma soprattutto...

Chi è che si ostina a mettere i canditi nei panettoni quando finiscono puntualmente, tutti i natali, spiaccicati e sputazzati su tovaglioli di carta rossi con le decorazioni dorate?

Perchè il Mac continua a mettere il cetriolo nei suoi Hamburger? Forse perchè si diverte a vedere uscire la sua clientela con il ketchup inzeppato sotto le unghie per levare il cetriolo?

Ma soprattutto: perchè ci sono ancora gli yogurth con mollicci, viscidi, filamentosi pezzi?

Diffidenza alimentare


Perchè mai, mi spiegate, mi dovrei mangiare uno yogurth alla Zucca e Mango?????
E perchè mai il tutto dovrebbe anche degenarare in Fragola e Pomodoro???

A questo punto mi viene il dubbio che la scelta degli accostamenti sia cromatica.

Tremo al pensiero che ci sia la possibilità di un  "Melanzana e More" o "Banana e Peperone"...

Ah, no.
Ipotesi errata.
Ho letto ora su internet che c'è anche mela e spinaci.
Ora mi sento più sollevata.
A meno che non si tratti di mela verde...

Scoperte mattutine


Mi sono vista riflessa nel finestrino della macchina stamattina.

Con la maglietta molto scollata e i capelli tirati su.
Mi sono accorta, dopo quasi 30anni, di avere il collo lungo...

"Sembro un Modigliani". Ho pensato.
Ma poi mi sono venuti inesorabilmente in mente l'alieno dell'area 51 ed ET.
Ed ho trovato il paragone decisamente più calzante...

sabato 28 ottobre 2006

Guida di sopravvivenza - Cap. II


Finora nelle età passate in rassegna c'era un docile "1" davanti.
Non è più così... arriva la responsabilità del "2" e bisogna attrezzarsi di conseguenza.

21 ANNI


Ah! Qualunque cosa tu sia, universitario o lavoratore, finalmente, almeno, sei qualcosa.
Prima eri come un fluido, che prendeva la forma del contenitore in cui si trovava. Ora stai prendendo corpo e acquistando solidità.

Ah ah, te piacerebbe...

giovedì 26 ottobre 2006

Guida di sopravvivenza per trentenni - Cap I


Tappe fondamentali verso la strada (lastricata di figure ridicole e sollazzi vari) che porta all'età adulta.

Premessa: orbene, arriva sempre il momento in cui bisogna fare ordine nella propria vita.
Pulizie di Natale, di Pasqua, della domenica, shopping compulsivo e scrostaggio ossessivo di lavello e vasca non sono altro che manifestazioni esterne del nostro io interiore che sta tentando di comunicarci qualcosa (poveraccio, sono quasi trent'anni che ci prova... ma niente, eh?)

Al momento sono al terzo trasloco nel giro di 7 mesi.
Il mio "io" di cose, fra un ripulisti e l'altro, ha cercato di dirmene parecchie.

Intenta ad imballare in todo, quindi, la casa dove sono cresciuta, ho formulato un'ipotesi di tappe che un essere umano compie mentre corre sparato verso i trenta...

Ma lo scriverò dopo, altrimenti tutto questo picchiettare sui tasti mi scaraventerà dritta verso il licenziamento ben prima dei trenta...

a bientot

Guida di sopravvivenza per trentenni - Cap I. Continua...


Le tappe che lentamente ti portano a scivolare verso i trenta partono da lontano. E sono aldisopra di ogni sospetto. Ma d'altronde per costruirsi un fulgido avvenire bisogna cominciare dalle basi, o no?

11 - 12 ANNI

Questa è prima tappa.
Il primo sprazzo di età adulta.
Il primo momento in cui hai un'età a due cifre e la seconda, badate bene, non è di certo uno zero insignificante...
Andrai alle scuole medie, senza sospettare neanche lontanamente che i tuoi compagni di scuola nel frattempo sono diventati dei mostriciattoli pronti a schernire e riprendere chicchessia su tutto per placare i loro brufolosi demoni interiori.
Ignara di ciò che ti aspetta dopo, credi di stare vivendo il momento più tragico che l'esistenza ti abbia riservato: le tette non ti crescono, le gambe non ti crescono, i denti ti crescono troppo (apparecchio e via...). E per le più fortunate arriva anche il fatidico giorno in cui tutti ti guarderanno con aria stucchevole perchè sei diventata "signorina" mentre tu ti chiedi perchè, seppur alta come un puffo, devi andare in giro a cavallo di un materasso alato usa e getta.
Personalmente ero terrorizzata all'idea di rimanere 1e45 di altezza a vita. D'altronde con una nonna alta appena 1.50 il rischio c'era.
A 13 anni arrivai a 1.65 e lì rimasi. Ancora oggi però, se penso a mia nonna, mi sento una vichinga.
Tragedia non meno aspra è quando la gente (classico esempio: il cameriere al ristorante) si rivolge a te nel seguente modo "E per la bambina? Patatine fritte?".
Una vera umiliazione, quando capitava. Avrei voluto rispondere "Brutto imbecille mi porti un Barolo del '64 e un'entrecote con una cottura decente. Mi raccomando la temperatura del vino!", ma poi temevo che i miei si sarebbero rivolti ad un esorcista ed avrei raggiunto la maggiore età sotto le cure di uno strizza cervelli.

Think positive... please?


Ok è ufficiale: sto impazzendo!

Ho acquistato uno di quei libri da me sempre contestati. L' "articolo" in questione, udite udite, è un corso per migliorare la propria autostima.

Diciamo che io ne avrei bisogno a tratti: se su un versante, infatti, ho una discreta considerazione di me stessa (e che avolte rasenta perfino pericolosamente la compiacenza) dall'altra tendo all'autocommiserazione.

Oddio piu' che di scarsa autostima mi sembra che si tratti di un disturbo bipolare...

lunedì 23 ottobre 2006

Crudeltà mentale


A proposito.
Volevo rendere partecipe la popolazione tutta delle crudeltà mentali alle quali sono stata sottoposta post-convivenza dalla mia mamma.

A tre giorni esatti dall'istante in cui avevo imballato tutta la mia vita in scatole di cartone tristi e marroncine, mia madre ha avuto il coraggio di trascinarmi all'Ikea per scegliere la sua (ormai nostra) nuova cucina...

Praticamente come un diabetico alla sagra dello zucchero.

Vagavo come un fantasma lungo il percorso segnalato fra coppiette apparentemente felici in procinto di scegliere il mobilio del loro nido.
Ruolo ricoperto da me appena una manciata di mesi prima.
Solo che il mio brillante fidanzato si era espresso nella seguente eccezionale performance: preso dall'entusiasmo dello shopping aveva afferrato agilmente un cestino metallico per la carta straccia, facendolo volteggiare per l'aere manco fossimo in un film di Gene Kelly o Fred Astaire...

mercoledì 23 agosto 2006

Maturità


Ora.
Non e' carino scrivere parolacce come inizio e di prima mattina.
Ma che cazzo e' la maturita'?
Per me un esame. Punto.
Chi decide chi e' maturo?
Beato chi riesce a usare questi paroloni e a rimanere a posto con la coscenza.
Il buon Guerri (Giordano Bruno) che ho avuto la fortuna di conoscere per uno stage presso il suo quotidiano (ex) diceva: "La gente non si spegne, non manca. La gente MUORE."
Ora.
Le pere sono mature.
Le mele. Le pesche.
LA GENTE DIVENTA ADULTA. E non e' una cosa semplice.

Tra l'altro a me la frutta piace acerba.

lunedì 21 agosto 2006

Dammi tre parole


Lavoro, casa, amore...
Ora. Non so voi ma nella mia vita non sono mai tutte e tre insieme.
Avevo casa e amore e attendevo un maledetto rinnovo di contratto.
Ovviamente tale rinnovo era fondamentale per mantenere il secondo: casa.

Il mancato arrivo del primo faceva anche un po' rodere il culo al terzo: amore.
Pure comprensibile...
E ora che il rinnovo e' arrivato, ho perso gli altri due in un colpo solo.

Carta straccia...


Una volta, con rabbia, potevi strappare le foto di un amore finito.
Un gesto di stizza... una morte simbolica. Magari lo facevi anche in sua presenza...
L'altro poteva gridare "Nooooo! perchè l'hai strappata: il negativo ce l'ha il figlio del cugino dell'ex di Alessia. C'ho pure litigato!!!!"

Oggi c'hai la digitale. Strappi e quell'altro può sempre rifarsi la carta da parati di casa sua (che può essere anche la tua ex casa) con la foto delle tue chiappe (c'è chi si concede all'obiettivo in momenti di esaltazione ed edonismo estremo)...

Non servirebbe neanche saltare a piè pari sulla macchinetta o sull'hard-disk tanto potrebbe averne sempre una copia su cd...

mercoledì 9 agosto 2006

Tecnocrazia ladra


Sì, ok... lavoro con i computer..
Quindi se dico che odio la tecnologia sputo nel piatto dove mangio?

Dunque. La spia dell'aria condizionata della mia auto è rimasta accesa (sì, d'accordo: l'ho lasciata accesa) e si è succhiata tutta la batteria. Inserisco la chiave, mi preparo a partire in fretta e... nessun rumore, niente.

Menomale che guardando dritto davanti a me un altro particolare distrae la mia attenzione e l'incazzatura per il momento resta in stand-by.
Faccio mente locale. Manca qualcosa. Ma certo! Mi hanno rubato i tergicristalli! Che occhio che ho eh? Cretina io. Cretina la tecnologia. Maledetta macchina moderna.

Una volta avevo una graziosa cesso-mobile vecchia di 15 anni. Levavi la chiave e tutto magicamente si spegneva. E LA BATTERIA NON SI SCARICAVA?! Che cazzo di progresso è?!?

martedì 8 agosto 2006

Frantumi


Sono a pezzi, piccoli pezzi...
Il più grande sarà come l'unghia del mignolo di una mia mano. Ho le mani piccole.
Considerando che il mio peso tende inesorabilmente, ogni giorno di più, ai 60 kg, i pezzi sono tanti...

lunedì 7 agosto 2006

L'importanza di chiamarsi Ugo


Dopo un allegro fine settimana di vacanze mi ritrovo di nuovo in ufficio e, visto che è agosto, non ho un cacchio da fare... Ma devo stare qui seduta e devo far finta di far qualcosa (e pregare che il Dio del Server, che gestisce la nostra rete di computer, non abbia veramente i terribili poteri che gli attribuisco nelle mie fantasie peggiori... altrimenti sono fottuta, anzi licenziata). Ma non è che sia colpa mia: si può, dico io, cominciare a lavorare a fine luglio quando non c'è nessuno che ti indirizzi e, soprattutto, quando nessuno ti darà un'ombra di ferie? Ma, comunque, sono già molto contenta di avercelo un lavoro...

Benvenuti

Ho sempre scritto. E ho sempre bruciato tutto quello che scrivevo. Siccome bruciare il pc, con quello che guadagno, mi sembra un puro atto di autolesionismo, i miei scritti, finalmente, sopravviveranno. Benvenuti nel diario ignifugo di una quasi trentenne...