mercoledì 8 novembre 2006
Infanzia olfattiva
A pranzo con i colleghi (trattasi, quindi, di pericolosi effetti collaterali dell'infida mensa) è venuto fuori un discorso strano, o quantomeno insolito...
Non so come ci siamo ritrovati tra gli effluvi della nostra infanzia.
Una memoria tattile olfattiva, ci ha riportato alla mente particolari che, all'epoca, erano per noi parti fondamentali, divertenti e rassicuranti delle nostre giornate di pargoli degli anni '80.
Galeotto fu il Didò.
Non ho capito bene chi lo abbia nominato per primo, ma da li è partita la rievocazione storica...
Il didò profumava di mela verde (secondo gli altri per me puzzava di mela marcia e basta).
E passavamo le ore ad impastarlo: peccato che, lasciato per poco all'aria, assumeva una consistenza secca e granulosa ed era, a quel punto, da buttare via.
Si passava allora al Pongo. Bello il Pongo. Io lo amavo. Morbidoso, si surriscaldava. E più lo impastavi, più si surriscaldava, più si surriscaldava più diventava morbido. Un circolo vizioso. E aveva quell'odore inconfondibile... di Pongo.
Avevo sempre l'accortezza di lasciarne un pezzettino nella tasca del grembiule.
Mia madre puntualmente non se ne accorgeva e ci passava sopra il ferro da stiro... Una bella strisciata gommosa in tecnicolor!
Tra l'altro tra le mie perversioni infantili c'era quella di fare un bastoncino di Pongo e di passarlo poi sul termosifone che lo scioglieva in una melma plastica e colorata...
C'era poi il Das per i veri artisti: con quell'odore vagamente tossico, il das ha incrostato le mani di generazioni di bambini e infestato le case con orribili e crepati manufatti.
C'era il Das, il Das bianco, il Das terracotta...
E, libidine delle libidini, c'era il Vernidas, l'apoteosi della vernicetta tossica.
C’era poi la colla nella scatoletta di latta: la Coccoina, odore inconfondibile.
Potenza adesiva bassa, quindi ce la lasciavano pippare senza troppe remore.
E che dire della UHU, la colla che non fa fili? Giuro che con il fili che faceva c’avrei potuto fare un maglione. Ma il tubetto giallo e l’odore, quelli non me li scorderò mai.
E goduria vera: il Vinavil! Alzi la mano chi non si è mai versato un po’ di colla vinilica sulle manine, per attendere che asciugandosi si rapprendesse. Con quanta soddisfazione tiravate poi vi la pellicina vinilica? I fan di Dario Argento usavano accompagnare questa pratica con rivoltanti versi tipo “Bleah” “Argh” “Gleah” “Uhhhh” simulando torture da inquisizione spagnola.
La memoria tattile olfattiva ha un potere molto più forte, quello di farci veramente rivivere un pezzettino della nostra vita. Se chiudo gli occhi e annuso un pezzetto di pongo sento anche la campanella della ricreazione.
Una collega con due figli ci ha detto però che oggi il Didò ha un odore… tipo di mandorla, molto particolare…
Anche i bambini stanno diventando più salutisti e sofisticati.
A noi ci bastavano due zaffate tossiche ed eravamo contenti…
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