giovedì 26 ottobre 2006

Guida di sopravvivenza per trentenni - Cap I. Continua...


Le tappe che lentamente ti portano a scivolare verso i trenta partono da lontano. E sono aldisopra di ogni sospetto. Ma d'altronde per costruirsi un fulgido avvenire bisogna cominciare dalle basi, o no?

11 - 12 ANNI

Questa è prima tappa.
Il primo sprazzo di età adulta.
Il primo momento in cui hai un'età a due cifre e la seconda, badate bene, non è di certo uno zero insignificante...
Andrai alle scuole medie, senza sospettare neanche lontanamente che i tuoi compagni di scuola nel frattempo sono diventati dei mostriciattoli pronti a schernire e riprendere chicchessia su tutto per placare i loro brufolosi demoni interiori.
Ignara di ciò che ti aspetta dopo, credi di stare vivendo il momento più tragico che l'esistenza ti abbia riservato: le tette non ti crescono, le gambe non ti crescono, i denti ti crescono troppo (apparecchio e via...). E per le più fortunate arriva anche il fatidico giorno in cui tutti ti guarderanno con aria stucchevole perchè sei diventata "signorina" mentre tu ti chiedi perchè, seppur alta come un puffo, devi andare in giro a cavallo di un materasso alato usa e getta.
Personalmente ero terrorizzata all'idea di rimanere 1e45 di altezza a vita. D'altronde con una nonna alta appena 1.50 il rischio c'era.
A 13 anni arrivai a 1.65 e lì rimasi. Ancora oggi però, se penso a mia nonna, mi sento una vichinga.
Tragedia non meno aspra è quando la gente (classico esempio: il cameriere al ristorante) si rivolge a te nel seguente modo "E per la bambina? Patatine fritte?".
Una vera umiliazione, quando capitava. Avrei voluto rispondere "Brutto imbecille mi porti un Barolo del '64 e un'entrecote con una cottura decente. Mi raccomando la temperatura del vino!", ma poi temevo che i miei si sarebbero rivolti ad un esorcista ed avrei raggiunto la maggiore età sotto le cure di uno strizza cervelli.


14 ANNI

Seconda tappa.
Ignara di ciò che ti aspetta dopo, credi di stare vivendo il momento più tragico che l'esistenza ti abbia riservato. E sono due! Ricordi i due anni addietro come un periodo idilliaco.
Perchè sebbene ora le tette ti siano cresciute e le gambe anche (o adesso o mai più e devi già convivere con questa lacerante certezza) si sono aggiunti altri problemi, più grossi, che non ti molleranno mai più: I RAGAZZI.
L'unica soddisfazione è che, uscendo con "quelli grandi" (dei brufolosi sedicenni) puoi altezzosamente snobbare i tuoi compagni di classe. E sicuramente poi a 18 anni ti accorgerai di essere innamorata di uno di loro. Che te la farà pagare. E cara.
Ti dà forza però, la consapevolezza che hai l'età per il motorino, per i film V.M. 14, per le macchinine 50, per i tacchi, per un po' di trucco e le uscite autonome con gli amici. Ed hai l'età per litigare con i tuoi perchè, nonostante la legge ti consenta tutto quanto sopra citato, loro sono fortemente contrari.
Come se non bastasse tutto ciò, una grossa fetta di 14enni è sottoposta a piaghe bibliche quali il latino, il greco e la matematica (cose che troverai affascinanti e piacevoli passata la trentina).
Guardi i tuoi con sospetto e ribellione e pensi che loro 14enni non possono esserlo mai stati di certo: nessun essere umano potrebbe sopravvivere a tutto questo...

17-18 ANNI

Terza tappa.
Ignara di ciò che ti aspetta dopo, credi di stare vivendo il momento più tragico che l'esistenza ti abbia riservato.
Però, visto che stai cominciando ad invecchiare, quello sputazzo di saggezza che ti si è infiltrato nei neuroni ti dice che quella frase l'hai già sentita e che se sei sopravvissuta già ai 7 anni appena trascorsi, potrai superare anche questo. E magari anche brillantemente.
Ecco che arriva allora anche l'età dei sogni di gloria.
Scrivi sentendoti Baudelaire, suoni sentendoti Maurizio Pollini o Jimmy Hendrix, disegni e dipingi che manco Matisse...
Cominci a leggere seriamente, ad ascoltare musica a fare tuoi i tormenti degli artisti. Vorresti tagliarti un orecchio come Van Gogh e inzepparti di oppio come im poeti maledetti, ma poi ripieghi sulle sigarette di nascosto nel gabinetto della scuola e su un bel piercing nella parte alta (e dolorante) del tuo padiglione auricolare.
Ma soprattutto esci da un ufficietto chiamato "scuola guida" con un foglio rosa in tasca, teoria e quiz sottobraccio ed un sorriso idiota sula faccia. Non sospetti neanche che se per prendere la patente ci metterai tre mesi a farti dare la macchina dai tuoi ce ne metterai altri nove come minimo.
La loro replica sarà sempre "Hai preso la patente due giorni fa!". tenterai di spiegare che era Novembre e che ora vai in giro con le infradito, ma ti ritroverai comunque ad accompagnare tua madre al supermercato "per fare pratica".
Sulle uscite serali, primi amori, scoperta del sesso, la festa di diciottoanni, tradimenti, incomprensioni col corpo docente, manifestazioni e contestazioni studentesche sorvolerò... e di proposito.
Il punto è che tutto contribuisce a farti dire a te stesso "Sono adulto!" e a farti pronunciare la mitica frase che tutti abbiamo detto almeno una volta nella vita, in presenza di uno o di tutti e due i genitori: "Tanto fra due mesi sono maggiorenne, posso fare quello che voglio. E me ne andrò di casa!".

L'ho presa un po' troppo alla lontana?
Isaac Newton diceva "Siamo nani su spalle di giganti"...
Io sono una trentenne sulle spalle di un puffo...
Per sapere dove andiamo, dobbiamo sapere da dove veniamo e soprattutto dovremmo chiederci "Ma chi mi ci ha mandato?"

...to be continued...

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