lunedì 24 settembre 2007

Capit?


Treno di ritorno dal nord.
Accanto a me, ringraziando il Cielo, una coetanea sarda molto simpatica.
Mi diverte, sul treno, fare strane previsioni. Che riguardano ovviamente modi e tempi in cui prenderà il via l'amabile conversazione di viaggio tra personaggi sconosciuti e eterogenei...
Uno sguardo?
Una risata?
Un'informazione?
Un urto involontario?
Con la coetanea di cui sopra è stato semplice.
Lei molto estroversa, io, nemmeno ve lo devo dire.

Fulcro della conversazione: i colpi di testa.
I grandi cambiamenti che si fanno nella vita, in barba al razioccinio e al buon senso.
Perchè si vive una volta sola, su questo conocordiamo.
E mai e poi mai più programmare la vita su un uomo.
Siamo d'accordo anche su questo.
Mi sembra ovvio: tra trentenni emotivamente devastate ci si capisce al volo...

venerdì 21 settembre 2007

Un diavolo per capelli


Ieri sera ho fatto l'aggiornamento alle meches. Decolorante a tutta birra.
Causa telefonata, ho rischiato di farmi i capelli platino lunare.
Sono presentabile per un pelo...

Come ho già avuto modo di dire, ai miei capelli ci penso da sola.
Perchè io valgo.
Ma soprattutto perchè i parrucchieri hanno più e più volte ridotto la mia non indifferente massa di capelli ad una codina di topo.

Per loro la parola d'ordine è "sfoltire".
Zac, zac, zac... Corrono sforbiciando all'inseguimento della moda del momento.

martedì 18 settembre 2007

La guerra dei Roses


Il caro Arashi si è prodotto in un post mirabile.
Salvo il fatto che la protagonista è una vorace Almost15.
Il post si initola "Maledetto il giorno che t'ho incontrato".

Stando a quanto scritto, sarebbe per me lecito pensare che per trovare l'amore dovrei incappare in un uomo che corregge il sugo con il burro e il grasso di prosciutto....

Io e Arashi ci conosciamo da 15 anni.
Maledire il giorno che mi ha incontrato, per lui, mi sembra proprio il minimo.

A questo punto dovrebbe cominciare una guerra a colpi di anedotti e titoli scippati al cinema.
La guerra dei Roses, appunto.
Ma forse sarebbe troppo facile.
Su Arashi, si potrebbe fare un volume dedicato della treccani.


IL POST DI ARASHI

Visto che la cara Almost mi cita ogni due per tre, colgo l’occasione per raccontare anche io un aneddoto che la (ci) riguarda. Sono passati tre lustri, quindi chiedo preventivamente venia, oltre che per le licenze “poetiche”, per eventuali imprecisioni nel riportare i fatti.
Era uno dei nostri primi incontri, e non eravamo a scuola, non ricordo perché, eravamo in giro nel quartiere trastevere. A tutti quelli che già si figurano l’inciucio: frenate brusco con la fantasia!!! Ai tempi l’Arashi era basso, imapacciato e francamente brutto (non che sia cambiato granchè) la Almost era (ed è) una ragazza piacente, e non mi avrebbe notato neanche se mi fossi vestito da Darth Vader durante l’ora di religione (uhm…credo di averlo fatto una volta, non ricordo). Come se non bastasse, da adolescente ero timido come un armadillo (questo sì, a conti fatti, è cambiato parecchio): sentir pronunciare ad una ragazza il mio nome mi provocava un’intensa sudorazione, se ricevevo una telefonata da una persona dell’altro sesso cominciavo a balbettare vistosamente (e questo ha sicuramente contribuito a prolungare inutilmente la mia verginità). Inoltre la presenza di una donna nel mio raggio di azione consigliava prudenza e un presidio medico a pochi passi: in caso di contatto fisico, anche se minimo e involontario, sarebbe stato necessario un massaggio cardiaco più che tempestivo…Meno male che molte cose cambiano, col tempo…
Quell’incontro, ad esempio, era una situazione da codice rosso: Io ed Almost da “FRONTONI”, una delle pizzerie a taglio più famose, più antiche e più gustose di Roma. La cosa che rende unico questo posto è la pizza ripiena: trattasi di un bel pezzo di pizza bianca (dimensioni a vostro piacere, nonché rischio) da riempire con uno o più ingredienti a scelta tra i mille disponibili, e quando dico mille, non esagero: pomodoro, mozzarella, prosciutto,salame, ciauscolo, funghi, verdure, gamberi e chi più ne ha più ne metta…un vero paradiso per le papille gustative, e per il colesterolo, anche.
Avrei voluto saltare sul bancone e sbranare tutto, inservienti compresi, ma la presenza di una donzella imponeva sobrietà: quindi impiegai un quarto d’ora a capire quale ponderata alchimia di ingredienti mi avrebbe evitato la figura dell’esecrabile divoratore, senza per questo lasciarmi affamato…

Mozzarella? Troppo grassa
Funghi? Troppo magri
Stracchino? Mi cadrà addosso e mi sporcherò, cento per cento
Prosciutto? No…troppo unto
Polpa di granchio? No, troppo granchio…

Il risultato fu abbastanza soddisfacente: 150 grammi di pizza farciti con bresaola, rughetta e due timide scaglie di parmigiano. Mentre ammiravo soddisfatto questo capolavoro di macrobiotica, alle spalle sento un’ombra minacciosa…Mi giro e vedo Almost, con in mano un chilo e mezzo di alimenti ormai indistinguibili, di un colore marrone-rossiccio. “Che cosa ci hai messo dentro?" Chiesi terrorizzato, indicando il feticcio, e lei, senza scomporsi, con la bocca semipiena ed un pezzetto di cipolla che le pendeva dal labbro, mi rispose, quasi in estasi: “Mmmmmh…Fagioli e cotiche*…”  
 *(per i non romani) Cotiche: croste di prosciutto e/o di porchetta

Guardai ancora una volta il mio indegno pasto, lontano parente di quello dell' amica e ripensai a tutti gli scrupoli che mi ero fatto nella scelta degli ingredienti…lo sguardo cadde su quelle fette di salame in bella vista al banco…per un attimo fui certo di sentirle sghignazzare: “Ih ih ih…te l’avevamo detto di scegliere noi…ih ih ih…”

martedì 11 settembre 2007

A casa da mammà (il ritorno della guida di sopravvivenza pre trentenni...)

Ma come si dice: mal comune...

A 28 anni mi sono trovata a dover far rientrare un appartamento di 65 metri quadri in una stanza di 16. Dopo una convivenza finita, ho dovuto fare i conti con la mancanza cronica di spazio.

I cassetti esplodono, la scrivania straripa e mi sto sfasciando le rotule a forza di fare pressione sulle ante per chiudere l’armadio.
Appunti universitari, documenti, fogliacci della banca (latori di funeere notizie), carte di lavoro.
Accanto alle mie mutande, nel guardaroba, c’è l’intero assortimento di un punto vendita Buffetti di medie dimensioni.

La vita del trentenne a casa dei genitori si può definire in una sola parola: compressa.
La mia vita al momento è compressa (oltre che complessa).