giovedì 21 dicembre 2006

Sono come suono


Quando arrivo, io, si sente.
Non è carisma.
Non è fascino.
Non è bellezza o qualcosa di speciale che si diffonde nell-aria al mio passaggio.
Sono tacchi.
Non ne sono certa, perchè si sono estinti, ma credo che un mammut avrebbe fatto senz'altro meno casino camminando.
La mattina andando a lavoro, i miei colleghi avvertono la mia presenza fin dal piano terra. Annuiscono fra di loro come a confermare "E' lei, è lei..."
Il massimo della femminilità.

Cloppete cloppete cloppete...


Anche a scuola le cose non andavano meglio.
Di 800 paia di piedi gli unici a far tremare il pavimento erano i miei.
E che portassi tacchi a spillo, anfibi o texani non faceva alcuna differenza.
Ho devastato qualunque tipo di scarpa da quando ho cominciato a deambulare, con somma disperazione dei miei genitori.

A lungo ho provato a dare una spiegazione al fenomeno.
Un significato intrinseco a livello psicologico... come fosse antani per lei...

E alla fine ieri la rivelazione!
Un'epifania, una folgorazione!

Da bambina avevo paura di Capitan Harlock, ma adoravo letteralmente il rumore che faceva quando portava con decisione il suo culo secco da una parte all'altra di astronavi e co.
Era un deciso rumore di stivali col tacco.
Cloppete... cloppete... cloppete...

Lo stesso rumore di Candy, del Tulipano Nero, della Stella della Senna di altri manga stivalati.
Cloppete... cloppete... cloppete...

Mi dava un senso di comando, di fascino, di forte personalità e di decisione.

Per questo quando cammino sembro un incrocio fra un cavallo e Lady Oscar.

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