martedì 20 marzo 2007

Caro amico ti scrivo


Ha passato i sessant'anni. Ha cominciato a lavorare che erano ancora gli anni '60. Di buona famiglia e, quindi, anche laureato in una buona univerisità.
Un buon impiego in una grande azienda, trovato subito grazie al boom economico. E anche grazie a qualche amico.
Una bella carriera. Senza in fondo faticare troppo. Senza farsi mancare nulla. Ferie, malattie, permessi retribuiti e abbondanti. Benefits di vario genere e natura.
Una moglie. tre figli. Degli affetti opachi, ma che sotto il sole, sotto gli occhi della gente, acquistano colori vividi.
I capelli bianco nylon, con una compostissima riga di lato. Il tempo li ha risparmiati quasi tutti..
La messa la domenica, non sempre. Il club con gli altri dirigenti in pensione, quasi tutti i pomeriggi. E talvolta, il ricordo di una segretaria allegra.
Qualche tradimento. Qualche scheletro nell'armadio. La sensazione di avercela fatta, forse - dubbio sporadico - in barba a qualcun altro... Già.

E' così che immagino il tizio a cui sto pagando la pensione...

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