mercoledì 3 gennaio 2007

La Befana vien di notte. E s'ingrassa come una botte.


Su Babbo Natale mi sono già abbondantemente espressa.
Non c’ho mai creduto, ma mi divertivo a vedere mio padre secco come un chiodo apparire sulla porta facendo “Oh, oh, oh!”

Il secondo rito delle festività Natalizie era invece quello della Befana, vecchina molto in voga nella mia città anni addietro, tornata sulla cresta dell’onda da quando ha trovato grandi sponsor quali la Ferrero.
Non ricordo se ci avessero raccontato dell’esistenza della vecchina come di verità di fede. Probabilmente ci fu un tacito accordo: mamma e papà vi raccontano un’allegra baggianata e voi marmocchi fate finta di crederci. Così ci facciamo due risate (già, visto che a casa nostra ci si annoia...).

Io e mio fratello lasciavamo sulla macchina del gas (niente camino: cappa aspirante elettrica… maledetto progresso spoetizzante!) caffé e biscotti e al mattino trovavamo la calza piena di dolci.
E mamma non dormiva perché i biscotti alle due del mattino non vanno né su e né giù.
In qualche modo sti biscotti andavano fatti sparire.
Buttarli, si sa, è peccato.

Negli anni il menù della befana è andato arricchendosi. Sempre più biscotti e pane e Nutella.
Ho sempre sospettato che mamma fosse diventata un’azionista della Ferrero ad un certo punto della sua vita: consuma più Nutella lei di una classe di terza elementare intera (ma su questo mi sembra di avervi già erudito qualche post fa).

Perciò mi sono detta, ormai adulta: forse la Befana esiste davvero, mia madre è un’azionista della Ferero e la mantiene.
Anche perché sennò non si spiegherebbe il perché a casa mia finiva tutto acqua, vino, biscotti, pasta, sughi ma la Nutella non finiva mai. Ce n’era sempre un barattolo di scorta.

La cosa che in fondo mi riempie il cuore di malinconia (sì, anche almost ha un cuore) è che ad un certo punto si cresce.
Però le tradizioni non spariscono: nell’attesa che io mi decida a perpetuare il mio patrimonio cromosomico, abbiamo creato nuove e tecnologiche usanze che meglio si adattano ad una famiglia di persone adulte…

A Natale mio padre si scatena nel riciclo di sms umoristici che gli rifilano gli amici. Un paio di Natali fa fu la volta di “Il Vaticano rimanda i festeggiamenti per il Natale a causa dell’assenza del Cartinal Martini. Il Papa ha detto: No Martini? No Party”.

Mamma invece preferisce propinarmi la farina del suo sacco.
Da quando sono stati inventati gli sms, ma soprattutto da quando ha imparato ad usarli, tutte le notti fra il 5 ed il 6 gennaio mi manda sms del tipo “Ho preso la scopa e sto uscendo. Anzi corro perché sono in ritardo, le altre befane sono già partite. Non mi aspettate perché lavorerò tutta la notte… Baci. Mamma-Befana”.

La cosa davvero triste è che da due anni a questa parte ha cominciato a scrivere: “Be’ bisogna che venga anche tu una notte con noi Befane, almeno impari il mestiere. Tra poco tocca anche a te…”
Grazie mamma, davvero gentile.

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