venerdì 26 gennaio 2007
Dell'ipocondria e delle sue varianti
Analisi della patologia: Come dice la parola, tiene costantemente sotto controllo la sua circolazione sanguigna. E’ terrorizzato all’idea che tutt’ad un tratto possa essere colto da un infarto. E questa sua paura, ovvio, gli causa l’aumento dei battiti. L’aumento dei battiti gli fa venire il sospetto dell’infarto imminente. Il sospetto gli mette paura. E via così in un circolo vizioso senza fine.
Ma il coccolone può manifestarsi in molti altri modi: ictus, ischemia… e perfino un aneurisma.
Il tutto ovviamente si accompagna ad attacchi di panico scambiati per infarto. Che generano paura. La paura accelera i battiti e via così un’altra volta…
Comunicazione con l’esterno: un disastro. Il poveretto si rivolge a chi gli sta vicino con aria supplichevole pregandlo di credere alla realtà della sua condizione. La paura gli cerchia gli occhi come fosse un’eroina dell’opera colpita dalla tisi. Ed è così che un parente o un amico si lascia commuovere e si rende disponibile ad accompagnarlo da un bravo specialista di sua conoscenza.
Rapporto con la medicina (ufficiale e non): strano. A volte finiscono al pronto soccorso in preda a quello che si rivela poi essere un attacco di panico. Altre volte, come già detto, si lasciano trascinare da specialisti vari. Ho assistito personalmente a scene del tipo:
Cardiologo: Signora lei ha un cuore che manco un cavallo…
Signora: (sorride appena) A beh…
Il malcapitato che lo ha trascinato dal medico lo guarderà come a dire “Hai visto? Ora sei più tranquilla?”. Questo se si tratta della 3° o 4° visita. Alla 10°-12° all’accompagnatore spunteranno i canini da dracula e resisterà a stento alla tentazione colpire l’ipocondriaco con la macchina per l’ecodoppler. Così almeno per una volta avrà davvero qualcosa di cui lamentarsi.
Come si presenta al mondo: Impossibile non riconoscerlo: mano sullo sterno (al limite sul polso) , respiro spesso affannoso e magliette slabbrate all’altezza del collo (per infilare la mano nel maglione e controllare sul serio il battito). Non metterebbero una maglia collo alto neanche se li portassero sull’Himalaya
Decorso: non sperate che tale ipocondriaco guarisca. La rassicurante visita dello specialista di cui sopra sarà servita a mala pena a calmarlo per un paio di settimane. In fondo se il cuore sta bene, ha sempre km e km di vasi sanguigni a cui attaccarsi… In compenso fornirà un divertente argomento di conversazione a parenti e amici. Una bella macchietta insomma. Una mia zia era stata ribattezzata dal parentado intero “Checciavrò”.
Ipocondriaco cronico (con variante igienista):
Analisi della patologia: Ah! Eccoci finalmente arrivati ad un rompicoglioni vero e proprio (scusate ma quando ci vuole…)!
Sì perché il soggetto in questione in realtà non ha paura di avere malattie mortali. No! E’ molto più subdolo. E’ sempre raffreddato, ha mal di schiena, ha mal di gola, ha qualunque acciacco hai tu ma moltiplicato per tre.
Tutto questo gli impedisce spesso di guardarsi intorno e capire che c’è gente che soffre sul serio e ringraziare dunque il Padreterno per la sua salute che, in realtà, è di ferro. Hanno insomma scelto un modo davvero fastidioso (per gli altri e per la sanità pubblica) di manifestare il loro – diciamolo – egoismo. Nella variante igienista la patologia diventa vera e propria mania: non frequenta persone che non sono in perfetta salute, controlla forchette, bicchieri e si lava le mani a scadenze fisse di 3 minuti. I suoi anticorpi stanno morendo lentamente: per forza che poi è sempre malandato.
Sono davvero pochi gli esemplari di cronico buono e fifone: spesso questa seconda categoria finisce col confluire in una delle prime due.
Rapporto con la medicina (ufficiale e non): Ossessivo. Il medico curante ha messo una guardia giurata all’ingresso del suo studio per non farlo entrare. Il farmacista ha fatto montare delle telecamere in fondo alla via per abbassare le serrande come il soggetto in questione volta l’angolo. Ma niente può fermarlo quando è a caccia della sua panacea.
Come si presenta al mondo: Vi ho già detto che è il più rompi della categoria? Ecco allora immaginatevelo da soli
Comunicazione con l’esterno: pedante e continua. E per di più guarda tutti come a dire: "Eh certo fai presto tu! Tu stai bene, mentre io...". Se chi ha di fronte riconosce il soggetto in questione, porterà prontamente le mani al basso ventre ed effettuerà gli scongiuri del caso.
Decorso: qui siamo davvero di fronte ad una patologia inguaribile e, purtroppo per chi deve sopportare una persona così, non mortale. Anche trovandosi a contatto con gente realmente malata avrà sempre da contrapporre la sua gravissima cronica malattia (la sciatica ad esempio) alla patologia di chi gli sta di fronte. Inutile aggiungere che camperà fino ai 98 anni e morirà nel sonno senza sentire alcun male.
IN CONCLUSIONE: spero che nessuno se la sia presa per questa mia breve esposizione.
Da ipocondriaca in via di guarigione posso solo dire: cari miei consimili, non ci conviene passare la vita a pensare a cosa potrebbe venirci. Pensiamo invece a chi ha qualcosa sul serio… E convogliamo quella energia in esubero che ci mette in moto il cervello in direzioni sbagliate in attività socialmente più utili. Come il volontariato ad esempio: magari vedere la forza che a volte ha chi sta male sul serio ci aiuterà a farci una risata dei nostri acciacchi ingigantiti e a ringraziare ogni giorno la vita del bene più prezioso e spesso dimenticato che abbiamo: la salute.
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