lunedì 21 maggio 2007
Disastri nucelari
Sabato si era in spiaggia.
Noi, i forsennati del mare.
Noi, che non ci perderemmo neanche una goccia di sole.
Noi, che abbiamo già ora una pancia nera che farebbe invidia ad un senegalese.
Io e il mio amico Tano.
In spiaggia ci si rilassa, si ascolta musica e si legge.
Si leggono anche i quotidiani, e si commentano assieme agli amici.
Perciò quando il Tano ed io ci siamo imbattuti in una notizia su una centrale solare che alimenterà un giorno, molto vicino, l'intera città di Siviglia è stato inevitabile il confronto delle nostre opinioni in materia di energia pulita.
"Questi sono i soliti preconcetti" fa lui molto serio "Abbiamo centrali nucleari in tutta Europa. In Francia, a due passi dal nostro paese. Perchè non riattivarle anche in Italia? Secondo me è ipocrisia e allarmismo..."
Io, da sempre, quando sento le parole "NUCLEARE" "ATOMICA", penso ad un film che vidi a 13 anni sulla costruzione della bomba atomica: "L'ombra dei mille soli".
C'erano, se non ricordo male, delle scene terribili sugli effetti delle radiazioni su alcuni scienziati.
Lo so, sono esagerata ma non posso trattenermi dal controbbattere palesando la mia assoluta contrarietà al nucleare: "E le scorie? Comunque è un'energia che produce scorie, da qualche parte bisogna pur metterle?".
"Ma scusa" mi fa lui, per nulla persuaso "Basta redigere un programma di smaltimento fatto con i dovuti criteri e riportiamo il nucleare in Italia..."
E mi viene in mente quale possa essere l'argomento vincente per mettere a tacere chiunque auspichi la riapertura di centrali nucleari in Italia.
C'è una "strana coppia" di parole in quanto appena affermato dal Tano.
C'è qualcosa che proprio non mi quadra.
Esattamente ciò che non mi quadra è:
"fatto con i dovuti criteri"
e
"In Italia".
Ecco. Questa è la prova inconfutabile che in Italia una cosa del genere non può essere attuata.
Quando mai, in un'Italietta
dove la meritocrazia è morta,
dove bravi e giovani ingegneri emigrano all'estero o fanno i tecnici di pc per 1.000 euro al mese a progetto,
dove l'organizzazione aziendale, statale e della società si basa sulla ripartizione del potere fra i soliti noti, si potrebbe fare qualcosa "con i dovuti criteri"?
"Tano?"
"Eh?"
"Ma tu hai presente che razza di soggetti ci sono ai vertici delle grandi aziende, delle
grandi organizzazioni, nel nostro paese? Te la sentiresti di affidargli la tua sicurezza? Io non gli darei nemmeno un paio di mutande da lavare sinceramente, anche perchè son sicura che dopo aver trovato il modo di trarne profitto me le ridarebbero sporche e senza possibilità di replica."
E la magia si compie.
Ho convinto anche lo scienziato progressista: "Hai ragione. Non è l'Italia il paese in cui si possono fare le cose con criterio. Sarebbe una nuova occasione per la spartizione di poltrone e appalti fra gente senza merito e, quel che è peggio, capacità. Potrebbe essere pericoloso".
E ci rispalmiamo sugli asciugamani come due pannelli solari.
Per ora l'unica vera tragedia nucleare - per fortuna - è che oggi ho ricominciato a lavorare.
Goodbye freedom
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