lunedì 7 maggio 2007
Al cuor non si comanda
Da giorni mi ripeto: "Dall'anno prossimo farò un solo lavoro. Basta ammazzarsi per cercare di arrotondare. La salute non ha prezzo". E' una tiritera che si ripete da 4 anni, tutti i mesi di maggio.
Perciò sto seriamente pensando, dal prossimo anno, di lasciare l'insegnamento.
Certo mi dispiace perchè, oltre che per un piccolo guadagno extra, lo faccio anche perché amo insegnare. Potendo, probabilmente, farei solo quello. Io credo sia una specie di vocazione, più della vita religiosa o della professione medica.
Ma non posso arrivare sempre distrutta alla fine dell'anno.
Però poi, spunta un musetto biondo dalla porta della prima elementare.
E te lo dice, con gli occhietti azzurri che le brillano.
Te lo dice in un italiano stentato, perchè la mamma se l'è finalmente potuta portare con sè in Italia dalla Polonia solo pochi mesi fa.
E quindi l'italiano lo sta imparando. Ad una rapidità, di cui solo i bambini son capaci.
"Maestra lo sai che anno prosimo, anche io fa informatica?" e le scoppia un sorriso in bocca. Orgogliosa di avermi dato una grande notizia.
Si accodano una bimbetta filippina, e da dietro, annuendo, sorride timida un'altra di queste pulcette, stavolta italiana.
"Anche io", "Anche io"...
Sarò pure distrutta. Ma posso dirgli di no?
Mi aspetta un altro anno di sfacelo.
E ora scusate: devo andare a fare i costumi per la recita. Da mouse, da stampante, da monitor, da scanner...
E devo anche scrivere le mossette - perchè non si può definire coreografia - per il balletto di fine anno (noi facciamo informatica con i musical... Siamo troppo avanti!).
Puzzoni. Mi hanno fregata anche stavolta!
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