venerdì 9 febbraio 2007

Sogni d'oro


E’ venerdì sera.
In genere il venerdì sera sono in giro, mi do alla baldoria liberatoria di fine settimana lavorativa…
Stasera invece sono uscita dall’ufficio alle 21 dopo 12 ore di lavoro.
Mi godrò una di quelle dormite che non mi faccio da tempo.

Dormire per me, vi sembrerà assurdo, è sempre stata una grande avventura.
Perché?
Perché io faccio dei sogni allucinanti.

Il punto è questo: magari sogno come tutte le persone di questo mondo di rifare gli esami di maturità, di fare un viaggio con una persona cara o di avere un figlio.

Nei miei sogni però…

…Durante il mio viaggio, arriva Kevin Bacon che fa il terrorista col fucile spianato dentro ad un cinema il che mi  costringe a gettarmi di peso sotto le poltrone dove recupero la mia borsa e rotolo fino all’uscita… che ovviamente (ma logico, no?) dà su una terrazza calcarea (lo giuro!) sul mare, da cui ci si tuffa e che da un lato degrada in una laguna. E dove tutti stanno tranquillamente prendendo un aperitivo – il comportamento più sensato da adottare quando nel cinema accanto c’è un terrorista, no?


…Dopo aver chiesto alle infermiere di mostrarmi mio figlio e aver ricevuto risposte evasive, mi dirigo da sola verso il nido della clinica dove trovo, in delle bellissime culle giganti traboccanti di pizzo, dei vecchietti che dormono vestiti di bianco. Nella stanza accanto invece, su un enorme tavolo di legno scuro e lucido, ci sono dei bambini in fasce che dormono. E quando prendo in braccio il mio si trasforma in una foglia autunnale, gialla e fluttua fino al pavimento.

…E mentre parlo col mio ex lui sembra proprio non ascoltarmi. Ad un certo punto scompare e mi ritrovo con la cornetta del telefono in mano a parlare con lui. Ma la cornetta del telefono sparisce e mi ritrovo a parlare con una testa di vetro, liscia e trasparente.

Senza contare le volte in cui mi sono ritrovata a parlare coi puffi o cose simili.
Da bambina facevo i sogni “geometrici” - così li chiamavo io: su di una griglia bianca, in uno spazio nero, si muovevano dei solidi colorati, a volte fluorescenti, e io ci correvo in mezzo (negli anni 70 si ammazzavano di Lsd e io invece ho avuto il tutto gratis, pensate un po'...).
Oppure acchiappavo la mia famiglia e me la sognavo in situazioni assurde: mia madre spesso era una spia stile Mata Hari e una volta ho sognato che mia zia era Biancaneve e che se ne andava in giro su un lago guidando un cigno gigante di plastica del luna park.

Detta così in effetti potrebbe sembrare che io viva in uno stato di perenne angoscia notturna.
O che prima di dormire mi inzeppi di peperonata.
In realtà sia che si tratti di sogni sia che si tratti di incubi, mi diverto davvero molto.
Mi stupisce quello che la mia mente riesce a combinarmi a mia totale insaputa.

Non ho mai trovato nessuno che riuscisse a dare un’interpretazione plausibile ai miei ingarbugliatissimi sogni.

Una mia carissima amica diceva sempre che se Freud mi avesse conosciuta, avrebbe dato fuoco ai suoi scritti e poi si sarebbe senz’altro sucidato.

Nessun commento:

Posta un commento