martedì 11 marzo 2008

Il campanilismo è morto, viva il campanilismo


Ieri sera tornavo a casa, insolitamente, in auto.
Davanti all'ingrsso dello spazio preposto al parcheggio una macchina, per poco, non rischiava di ostruirmi il passaggio. Sarà stata di qualcuno che andava di corsa. Come tutti noi, mi dico.

L'occhio mi cade sulla targa che inizia con BN.
"Benevento" mi viene così, in automatico, senza pensare.

Ovviamente, essendo scomparse da circa 15 anni le targhe "provincializzate", mi rendo subito conto che BN non è altro che la casuale combinazione di lettere di un codice identificativo senza alcun significato affettivo.



Ho ricordato, allora, con nostalgia i tempi in cui il campanilismo stradale scaldava i nostri viaggi nelle città e sulle autostrade italiane.

Capitava sovente, all'epoca, di vedere un romano alla guida apostrofare così il conducente di un auto, recante targa TV, che gli tagliava la strada in quel della Capitale: "Aòòò! Ma ce sei venuto da Treviso pe' rompe?".
E sgommava via, sculettando con la sua fiera e un po' cafona targa con scritto Roma. L'unica per esteso. L'unica in arancione.

E il milanese, targa MI, trovatosi davanti ad un barese, targa BA, che gli chiedeva strada suonando il clacson, così si rivolgeva a lui "E sonati 'i ball, Terun!".

Ed il napoletano, abile ginkanista targato NA, cercando di superare il tranquillo automobilista cuneese, targa CN, per nulla abituato al traffico partenopeo, lo esortava a prendere coraggio al grido di "Ma allora tiene proprio 'e corna!?"

Dai congiunti defunti romani, all "anima 'e chi t'è muort'", c'era tutta un'Italia che individuava la provenienza, calibrava l'appellativo (polento', terun, ce sei venuto da...) e faceva fuoco.
Ed ho come l'impressione che allora ci fosse più calore e che quel campanilismo un po' ci unisse tutti nella medesima pratica di difendere il proprio campanile...

Quel che è certo è che ci hanno privato di un gioco.
Nelle lunghe code d'agosto verso il mare mio figlio non potrà mai domandarmi "Mamma, SS che città è?"

(che poi la domanda innescava una lotta impari fra tutti gli adulti presenti in auto che le provavano tutte da Sassuolo a Sestri. Ma questa, come si dice, è un'altra storia...)

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