mercoledì 3 ottobre 2007

Piccoli spaventatissimi spettatori


Sabato pomeriggio in televisione davano i mitici Gremilins.
Chi, nato negli anni settanta, non si ricorda questi animaletti pelosi, incazzosi che si riproducevano a contatto con l'acqua (schifando il ben più ludico metodo tradizionale, stolti!) e diventavano dei mostri verdi iperdentati e pieni di muco se mangiavano dopo la mezzanotte?

Ero a casa di un amico. Appena cambio canale e si palesa Ghismo sullo schermo, il mio ospite fa un balzo. Dapprima di goia, sembra.
"Nooooo! Che fico! MA te li ricordi?".
E certo che me li ricordo. Vabbè che sto invecchiando e sono sempre stata rimbambita, ma per l'alzheimer mi sembra un po' prestino...


A questo punto arriva la dolorosa confessione dell'amico:
"Lo sai che io lo vidi al cinema con papà e mio fratello maggiore? Mi infilai il suo casco integrale alla rovescia perché non volevo vedere tutti quei mostri!!! Sono stato così per più di metà film..."
sul viso dell'almost si intravede una risata in arrivo...
"Che ti credi?!" ribatte subito l'amico per giustificarsi "Ero piccolo. Avevo sei anni. Guarda che per un bambino di quell'età so' brutti quei cosi!".

In effetti...
La risata viene stroncata sul nascere.
Un ricordo affiora. Rispetto l'antica paura del collega trentenne.
E' una paura che, ora lo ricordo chiaramente, ho provato anche io.
E se per i Gremilins, brutti, verdi, cattivi e pieni di muco (componente fodamentale di tutti i mostri da Film degli anni '80) la fifa era giustificabile, non lo era di certo per l'ogetto del terrore dei miei 4 anni e mezzo.

Nel dicembre del 1982 - avevo 4 anni e mezzo - uscì in Italia un film di Spielberg che commosse le platee di mezzo mondo.
E mentre tutti si soffiavano il naso e lacrimavano come la Madonna di Medjugorjue, io tremavo di terrore per lui, il mostro, il coso che mi faceva senso, quello marrone con le pieghe e il collo telescopico. Sì, proprio lui: il tenerissimo ET!

Che vergogna.
Anni dopo, ho imparato ad amare smodatamente quel film.
Ma a 4 anni e mezzo delusi le aspettative di mio padre che pensava, poveretto, di farmi cosa gradita portandomi a vedere il film e regalandomi - udite udite - l'album delle figurine dell'extraterrestre più amato dai bambini.

Con l'album il terrore di Telefono Casa raggiunse il parossismo.
Mamma lo nascose in mezzo ad altri libri, nella libreria del corridoio.
Ma a me non mi fregavi neanche allora...
Stipato negli scaffali stracolmi, spuntava un angolino di carta con un occhione circondato dalla pellaccia marrone incartapecorita: era lui, era il suo occhio quello che mi aspettava proprio di fronte alla porta del bagno.
Espletare le mie funzioni fisiologiche fu, per qualche settimana, un vero atto di coraggio: mi tappavo gli occhi con la mano, e con l'altra, correndo, tastavo l'aria davanti a me sperando di non trovare spigoli sul mio percorso.
Qualche zuccata l'avrò data sicuramente, ma alla fine vinsi io... non so come Et scomparve per qualche anno.
O forse scomparve la paura e io non ci feci semplicemente più caso........

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