venerdì 21 settembre 2007
Un diavolo per capelli
Ieri sera ho fatto l'aggiornamento alle meches. Decolorante a tutta birra.
Causa telefonata, ho rischiato di farmi i capelli platino lunare.
Sono presentabile per un pelo...
Come ho già avuto modo di dire, ai miei capelli ci penso da sola.
Perchè io valgo.
Ma soprattutto perchè i parrucchieri hanno più e più volte ridotto la mia non indifferente massa di capelli ad una codina di topo.
Per loro la parola d'ordine è "sfoltire".
Zac, zac, zac... Corrono sforbiciando all'inseguimento della moda del momento.
Ho aspettato un bel po', avevo un bel ricrescitone.
La cosa mi ha dato modo di riscoprire, dopo anni, il vero colore dei miei capelli: biondo cenere.
Mi raccomando, non è castano chiaro dorato. E' biondo cenere.
A questa cosa che sono bionda con gli occhi marroni ci tengo molto.
Vado fiera del mio contrasto. E nessuno si azzardi a contraddirmi!
Io, ai miei capelli, gli voglio bene.
Nessuna forbice potrà recidere questo amore.
Un amore che affonda le sue radici in un passato lontano.
Nella sala parto, più precisamente.
La prima cosa che disse l'ostetrica quando mi vide fu: "Mammamia quanti capelli!".
Un destino da capellona, scritto nelle stelle: ero un fagottino urlante, coperto di capelli neri.
A 6 mesi mi si poteva già fare la coda.
Improvvisamente, a 7 mesi, mi ritrovai bicolor.
I capelli ricrescevano biondi. La gente pensava che mamma mi tingesse, poveretta! Ha rischiato il telefono azzurro...
Se gli occhi sono lo specchio dell'anima, i capelli sono le casse.
Mandano dei segnali al mondo su quella che è la nostra "musica interiore".
Almeno a me succede così.
Ho avuto i capelli corti una sola volta nella mia vita.
L'estate della seconda elementare, fu un'estate di riti tribali, mutilazioni e sacrifici perpetrati ai danni della mia persona: mi ritrovai due fori ai lobi, un buco nel sorriso (causa incisivi mancanti) e un caschetto alla Valentina.
Piccola, nello specchio, giurai a me stessa: mai più!
A 14 anni, un periodo sereno della mia vita, avevo i capelli biondi, forti e lunghissimi.
La pecca era il frangettone. Ma suvvia: chi di voi, signore degli anni '70, non s'è mai ritrovata con la zazzera sulla fronte?
Poi arrivarono le mode: meches, colpi di sole, capelli blu lisciati per un pelo, riga in mezzo, riga da una parte, capelli poco più giù delle spalle.
A 17 anni mi piegai allo sfoltimento, che WOW, era di moda, ma OH!, quando prendevo in mano la mia coda mi sentivo un sorcio...
Dopo i 20, stufa di cambiare forma, mi gettai su acrobazie cromatiche assai discutibili.
Castano chiaro.
Castano scuro.
Castano chiaro ramato.
Biondo ramato.
E per finire.
Rosso Jessica Rabbit.
Mi mancava solo il coniglio. E una dozzina di misure di reggiseno.
Quando una donna ha l'anima un subbuglio, se la prende con i capelli...
Ora i miei capelli sono di nuovo biondi, forti e lunghi.
Quindi, come a 14 anni, questo è un buon periodo.
C'è una buona musica dentro di me.
E anche se ho provato a camuffare, tagliare, colorare alla fine la mia vera natura è sbucata di nuovo.
I capelli, sono uno stato d'animo.
Mia madre, ogni volta che sono fuggita dal biondo, si è mostrata fortemente contraria (lei è bionda quasi platino... "Eh ma il biondo, figlia mia, è sempre biondo!" Sì mamma. Infatti il castano è castano, il rosso è rosso...).
Meno male che c'è papà che non si accorge di nulla.
"Papà... ma non noti niente? Mi sono fatta rosso fuoco?".
"Ah... infatti mi pareva che avessi QUALCOSA di diverso".
Un giorno dovette andare a fare un qualche documento per mia madre.
Arrivò, come da pronostico, una telefonata.
Dopo 10 anni di matrimonio mio padre ebbe il coraggio di chiedere a mia madre "Anna scusa: ma di che colore hai i capelli?"
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