domenica 30 ottobre 2011

Mamma...mia!


Ecco, brava. Scrivi un  libro. Così poi ti troverai alle prese con scuse, apologie e chiarimenti vari.

Cose in cui non sono mai stata brava. Solitamente faccio quel tipico rumore di unghie che scivolano su uno specchio insaponato  in cerca di un appiglio.

Alla mia sessantottina mamma è venuto un po' un colpo nel leggere - nel paragrafo intitolato "La mamma" -  passaggi tipo "Le tue amiche che si sono sposate sono un esempio di virtù da seguire [...] Loro sì che sono serie. Si sono scelte uno in grado di mantenerle e di creare una famiglia. Tu hai usato l'insulso, inutile, improduttivo metodo dell'amore per sceglierti un uomo"

Per una che si è fatta il '68, di un femminismo che cresce esponenzialmente col passare degli anni, fa male leggere certe cose.

Avrei dovuto scrivere all'inizio del libro che alcuni dei fatti narrati sono di pura fantasia.



In realtà mia madre è assai ben lontana dal tipo di madre che spinge la figlia verso un conto in banca con due gambe e un apparato riproduttivo.

Ricordo, anzi, che da bambina avevo una Barbie con l'abito da sposa (non so a chi fosse venuta in mente la malsana idea di regalarmela) e quando ci giocavo, e mia mamma si trovava in zona, la lanciavo prontamente verso lo scaffale dei giochi e - mentre la Barbie roteava in aria come un freesbee - canticchiavo e aprivo la scatola dei Lego.
Mamma rivolgeva uno sguardo disgustato alla Barbie-Meringa, sfranta in  terra dopo l'impatto con lo spigolo, e passava oltre.

Crescendo le cose non sono migliorate.

Mia madre fuma, e ha sempre fumato, come il Sandro Ciotti dei tempi migliori. E da come tirava una boccata di fumo io capivo che stava per dirmi qualcosa di molto importante per lei, qualcosa che avrei dovuto ricordare nei tempi futuri, qualcosa che mi avrebbe guidata nelle mie scelte come un faro nella notte...
E così, mentre alternava sapientemente inspirazione e espirazione, una volta disse alla almost adolescente:

[inspirazione nicotina]
"Al tuo matrimonio mi vedrai piangere..."
[espirazione nicotina]
"Ma sappi che non sarà di commozione!"

Mia madre avrebbe voluto vedermi concertista o architetto o giornalista. Ma mai moglie. Non nel modo convenzionale almeno...

[inspirazione nicotina]
"Secondo me in qualche caso può funzionare il matrimonio..."
[espirazione nicotina]
"Ma è fondamentale vivere in due appartamenti diversi. Sullo stesso pianerottolo, ma diversi"

Anche la mia passione per la cucina è stata da lei sempre poco incoraggiata ("Io non ho capito da chi hai preso tutto questo amore per lo spadellamento").

Forse la colpa è anche un po' mia però.
L'altro giorno con le colleghe - sono in una stanza con altre tre donne e un povero martire - si discuteva di come ci si riferisca al proprio partner quando si parla con terzi.

"Sai che a me non viene da dire mio marito? Dico sempre il mio compagno"
"No, io invece dico mio marito"
"Figurati: a me a volte viene da dire ancora il mio ragazzo"

...e al turno dell'almost...

"Io uso Lo Stronzo. In genere si adatta bene a tutti gli uomini con cui esco..."


ps. La mia mamma comunque, a parte questi show di humor inglese nefasto, è stata una mamma da torta al cioccolato fresca di forno tutti i pomeriggi che Dio mandava in terra. E quindi mamma... da chi ho preso questo amore per lo spadellamento, eh?!

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